La pièce, tratta dal dramma omonimo “Asì que pasen cinco años” (1931) di Federico Garcia Lorca – una delle opere meno conosciute e rappresentate del poeta spagnolo – offre al pubblico italiano un testo molto intrigante e coinvolgente.
La mise en scène, grazie all’ausilio di nuove e tradizionali tecnologie, propone un’ottima concezione sincretica tra i diversi registri espressivi (danza, musica, parola e immagini) e regala allo spettatore un viaggio sospeso tra Sogno e Realtà, in cui alla dimensione acustico-visiva volutamente dilatata si contrappone l’inesorabile scorrere del tempo, marcato dal continuo ticchettio delle lancette.
Sulla scena, una sola attrice si muove in dimensioni parallele e, all’interno di ambienti virtuali creati dagli schermi (boschi, spiagge, salotti, etc…) che ampliano lo spazio scenico, balla canta e interagisce con attori in video, in uno scambio di battute che non ammette errori e sbavature.
Il ritmo della musica amplifica le atmosfere surreali e, scandendo i passaggi emotivi dell’interprete, ci trasporta adesso in un mondo onirico, adesso in un mondo reale.
Di qui a cinque anni – videoclip
Articolo di Milena Locatelli per la rivista SIGNA