“Le luci di scena si accendono sorprendendo una donna che si sta agghindando per andare nel luogo in cui farà il suo prossimo spettacolo, all’ interno di una importante rassegna. La donna sorride e si presenta al pubblico con queste parole: “Ho 40 anni e per la prima volta sto per entrare nel luogo che ha terrorizzato la mia infanzia: l’ istituto psichiatrico Paolo Pini di Milano”.
L’attrice ci conduce per mano lungo lo svolgersi della storia della protagonista cresciuta in una famiglia interreligiosa e con ampio orizzonte culturale, nello scenario dell’Italia degli anni ’60 quando ancora gli stranieri erano pochi e veramente “strani”. E in questa storia ricorrono due temi: quello della libertà di pensiero, vista attraverso gli occhi di una bambina di dieci anni, e quello della diversità, trattata con ironia e leggerezza tipicamente femminili.