Ispirato al testo del regista Rainer Werner Fassbinder scritto nel 1965 a soli diciannove anni, ”Come gocce su pietre roventi “ è una storia crudele e amara, all’interno della quale si consuma un dramma.
La storia si snoda attorno al rapporto di coppia tra Leopold, un uomo maturo, sensuale, un po’ vanesio, conscio del potere che esercita sul prossimo, e Franz, un giovane poco più che ventenne ancora un po’ ingenuo e insicuro, con tanti bei sogni e progetti nel cassetto come quello di diventare attore.
La relazione tra i due si trasforma ben presto in un gioco d’amore crudele, al quale prenderanno parte anche Anna e Vera, le ex fidanzate dei due uomini, anch’esse succubi e plagiate dal fascino e dal carisma di Leopold.
Il rapporto di forza tra Leo e Franz, tipico di quelli tra dominatore e dominato, tra vittima e carnefice, travolge come una valanga il giovane che, di fronte all’indifferenza altrui e ormai disilluso dalla vita, vede nel suicidio l’unica alternativa per sottrarsi alla prigionia e al dolore di un amore non corrisposto.
Ancora una volta, Arnolfo Petri indaga con coraggioso cinismo l’animo umano mettendone a nudo la fragilità e l’egoismo, desideroso soltanto di possesso e lungi dal capire o sapere cosa l’amore sia.